< Pagina:De Roberto - Spasimo.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

la confessione 223

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:235|3|0]]servisse come una specie di reattivo morale, mordendo il cuore della giovane e lasciandovi leggere dentro.

— L’amor vostro per lui deve essere molto forte se avete accettato questa parte, se avete nascosto la gelosia che vi torturava, se avete finto l’ignoranza e l’indifferenza! E come è stato mal ripagato! Voi non poteste illudervi neppure un istante, e vedeste ciò che avveniva e prevedeste ciò che sarebbe avvenuto; perchè, una volta impegnato a contendere quella donna a un rivale, Zakunine, con la veemenza che porta nelle sue passioni, non avrebbe esitato dinanzi a un delitto. Voi veniste a trovarlo temendo che la catastrofe fosse compiuta; veniste troppo tardi a tentar d’impedirla. È vero?

La giovane si riscosse a quella domanda. Portò le mani alle tempie comprimendole, quasi la tempesta suscitata in lei dalle parole del giudice minacciasse di aprirle il cervello; poi, respirato fortemente, così da far sibilare l’aria fra i denti chiusi, con l’espressione di repugnanza dolorosa e di sdegno impotente di chi si sente violentare ed opprimere, disse:

— Avete finito? Volete divertirvi ancora a tormentarmi? Il vostro piacere è troppo grande, senza dubbio? Ora basta!

— Come parlate?

— Come debbo. Io non voglio, intendete? che

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.