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VIII.
La lettera.
Quando i fogli pubblici diedero notizia che, chiusa l’istruttoria, sulle concordi confessioni della Natzichev e di Zakunine la contessa d’Arda era stata assassinata dalla nihilista e che l’atto d’accusa avrebbe deferito la rea al giudizio dei giurati, la curiosità del pubblico, cresciuta a dismisura negli ultimi giorni, s’acquetò finalmente. I negatori del suicidio trionfavano vedendo confermati i ragionamenti opposti all’improbabile ipotesi; nè gli altri erano del tutto sconfitti, perchè, nonostante la secretezza delle indagini giudiziarie, già si risapeva come Alessandra Natzichev uccidendo la contessa non avesse fatto se non obbedire al desiderio, quasi all’ingiunzione della disperata sua vittima.
Ciò non temperava i giudizii dei quali l’assassina era segno. Al motivo da lei addotto si credeva