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250 | spasimo |
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Ad una nuova pausa il Vérod oppose ancora silenzio.
— Siete contento? — ripetè il giudice.
— Perchè me lo domandate?
E i due uomini si guardarono fiso.
— Dovreste essere contento, io penso, d’avere vendicato la morte della vostra amica, confuso la rea ed ottenuto il trionfo della verità e della giustizia.
Tacquero ancora entrambi.
— Non ne siete contento anche voi?... — disse finalmente il Vérod.
Egli aveva sentito nelle domande una specie d’incitamento, quasi una provocazione a dire tutto il suo secreto pensiero, come se il secreto pensiero suo fosse anche del giudice.
— Io non ho passioni da soddisfare, — rispose questi. — Un solo amore mi guida: l’amore della giustizia...
— Se la giustizia s’acqueta...
— Ne dubitate?
— Non tocca a me dubitarne...
— Volete dunque dire che dovrei dubitar io? E perchè?... Avete denunziato un crimine: il crimine è provato. Non avete saputo dire chi dei due possibili autori fosse realmente colpevole, giacchè entrambi erano capaci di delinquere: la colpevole s’accusa ella stessa!...
Vorreste forse dirmi che la sola confessione non basta? Lo so anch’io! Ma