Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la lettera | 263 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:275|3|0]]di queste voci, il Ferpierre ebbe il referto del magistrato scozzese, comprese d’avere ancora una volta sbagliato nelle sue previsioni. Suor Anna non aveva potuto rispondere alla contessa nè illuminare la giustizia, perchè era caduta come morta leggendo la lettera dell’antica prediletta sua allieva.
Quella lettera trovata presso di lei e unita al rapporto insieme con altre che non avevano importanza, diceva:
«Suor Anna, pregate per me. Pregate molto, con tutto il fervore della vostra anima buona, perchè ho bisogno di molto perdono.
«Questa è l’ultima lettera che riceverete da me. Se un giorno udrete ciò che avrò fatto, ricordatevi il nome che m’avete sempre dato, dalla prima volta che mi carezzaste: ricordatevi che mi avete chiamata ed amata come vostra figlia: a una figlia voi pregherete indulgenza.
«Dio mi legge nel cuore. A voi io non debbo e non voglio dire che tempesta mi travolge. Voi siete beata, che non conoscete l’errore; perchè parlarvi di quelli tra i quali io mi dibatto? Pensate una cosa soltanto: che se troppo peccai, io voglio ora sfuggire a nuove colpe. Io sono ridotta a tale, che dovunque è per me colpa ed orrore. La morte sola può liberarmi; dovrei aspettarla perchè non tarderà; ma il male,
no, non aspetta.