Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
16 | spasimo |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:28|3|0]]
— Dico che questa donna non si è uccisa. Dico che è stata assassinata.
La voce risonava stranamente, come in un luogo vuoto, così gelato silenzio regnava tutt’intorno, tanto sospeso e trepidante era l’animo d’ognuno. Il principe Alessio, diritto, immobile, a testa alta, guardava anch’egli fiso l’imprevisto accusatore.
— Come potete asserirlo? — domandò ancora il giudice.
— Lo so.
— Quali prove ne avete?
— Nessuna prova materiale; tutte le morali certezze.
— Chi l’avrebbe uccisa?
Il giovane stese il braccio appuntando l’indice contro il principe e la straniera, e disse:
— Costoro.
Ora tutti gli attoniti sguardi si rivolgevano verso gli accusati.
Dapprima la fisonomia del principe Zakunine era rimasta vuota d’espressione, come se egli non avesse udito o non avesse compreso; a poco a poco una tra amara ed ironica contrazione del labbro, l’increspamento delle ciglia sugli occhi impiccoliti e quasi ridenti d’un doloroso riso, rivelarono il senso d’incredulo e in certo modo ilare stupore che l’inopinata accusa destava nell’animo suo. Quanto alla sconosciuta, ella restava con le braccia incrociate al seno e guardava l’accusatore