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16 spasimo

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— Dico che questa donna non si è uccisa. Dico che è stata assassinata.

La voce risonava stranamente, come in un luogo vuoto, così gelato silenzio regnava tutt’intorno, tanto sospeso e trepidante era l’animo d’ognuno. Il principe Alessio, diritto, immobile, a testa alta, guardava anch’egli fiso l’imprevisto accusatore.

— Come potete asserirlo? — domandò ancora il giudice.

— Lo so.

— Quali prove ne avete?

— Nessuna prova materiale; tutte le morali certezze.

— Chi l’avrebbe uccisa?

Il giovane stese il braccio appuntando l’indice contro il principe e la straniera, e disse:

— Costoro.

Ora tutti gli attoniti sguardi si rivolgevano verso gli accusati.

Dapprima la fisonomia del principe Zakunine era rimasta vuota d’espressione, come se egli non avesse udito o non avesse compreso; a poco a poco una tra amara ed ironica contrazione del labbro, l’increspamento delle ciglia sugli occhi impiccoliti e quasi ridenti d’un doloroso riso, rivelarono il senso d’incredulo e in certo modo ilare stupore che l’inopinata accusa destava nell’animo suo. Quanto alla sconosciuta, ella restava con le braccia incrociate al seno e guardava l’accusatore

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