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spasimo 271

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:283|3|0]]resse tutto personale e presente?... Il bugiardo pentimento di Zakunine, la mentita resurrezione d’un amore che non era mai stato credibile, avevano ridestato in lei la servile passione d’un tempo, e comprendendo la viltà del proprio servilismo, ma non potendola vincere, ella si era data la morte!...

Così egli vedeva corrompersi e a poco a poco dissolversi in putredine la figura già sollevata sopra un altare. Ma allora le profetiche parole di un giorno lontano gli tornavano tutte alla memoria:

«Troppo a lungo io sono vissuta fuor della legge perchè possa sperare di rientrarvi. Voi non vorrete crederlo, ora, e siete sincero; ma sarete egualmente sincero più tardi, credendolo. Il sentimento indelebile della mia decadenza deve contendere la vita alla fede, ora in me soltanto, più tardi anche in voi...»

Ed egli restava sovrappreso da un immenso stupore angoscioso vedendo finalmente avverarsi la profezia, comprendendo di non avere più il diritto di togliere la sua stima alla morta, se ella stessa, dolorosamente, umilmente, contro la fervida fiducia di lui, aveva riconosciuto la propria indegnità.

Egli si era ribellato, allora, pieno il cuore di reverenza; ora doveva riconoscere che ella non s’ingannava. Ella antivedeva l’avvenire immancabile: logicamente, fatalmente questo risultato doveva prodursi:

«Verrà il giorno che mi giudicherete come io stessa mi giudico.» Non era quasi

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