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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:38|3|0]]rebbe stato geloso, se non di quel Vérod che era tanto turbato dalla morte della contessa, e assumeva, non richiesto, la parte d’accusatore e di vindice? O non piuttosto ella stessa aveva commesso il misfatto perchè amava Zakunine ed era gelosa dell’amore che vedeva da lui portato alla Italiana?... Il delitto, chiunque fosse il colpevole, qualunque fosse lo scopo, non aveva potuto tuttavia essere consumato senza che tra l’assassino e la vittima fosse avvenuta una lotta, sia pur breve; ma nella camera mortuaria non se ne trovava vestigio, nè sulla persona della morta. Dalla posizione dell’arma, che stava con l’impugnatura in fuori e la canna rivolta verso il cadavere, i dottori avevano arguito che la contessa, se era suicida, doveva essersi uccisa in piedi; l’arma, cadendole di pugno, aveva compito una rotazione che ne spiegava la giacitura al suolo. Se pure non pareva molto naturale che la disgraziata avesse portato la mano sopra sè stessa stando ritta, contrariamente a ciò che fanno quasi tutti i suicidi, la circostanza che il revolver le apparteneva ed era tenuto da lei nascosto escludeva che un assassino avesse potuto servirsi proprio di quello. Inoltre da quel revolver mal chiuso una cartuccia era venuta fuori nella caduta: ciò si spiegava molto bene da parte d’una donna poco pratica nel maneggio delle armi, d’una suicida le cui mani dovevano per altre ragioni tremare, e non si spiegava da parte d’un assassino.

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