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30 | spasimo |
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— Voi l’amaste?
— Sì!
Le sue lacrime s’erano arrestate, il suo sguardo esprimeva ora una gioia orgogliosa, un’altera felicità.
— Sì, d’un amore che può essere confessato, con alta fronte, dinanzi a chiunque. Perchè lo negherei?
— Anch’ella vi amò?
— Sì!... E il mondo non seppe, non saprà mai che cosa fu l’amor nostro. Il mondo è tristo e a breve andare la vita inquina tutte le cose. Ma nulla, non un atto, non una parola, non un pensiero contaminò una sola volta il sentimento del quale vivemmo.
— Nondimeno il principe ebbe ragione d’esser geloso?
L’espressione di superba beatitudine che animava il Vérod diè luogo a un’amara contrazione di sdegno.
— Geloso?... Per esser geloso egli avrebbe dovuto amarla! E se l’avesse amata, fedelmente, puramente, sarei stato amato io stesso?
Il Ferpierre fu stupito dalla manifestazione di quest’idea. Non rammentava egli bene le crude e ingrate verità delle quali il Vérod sin da giovane era stato predicatore: oppure il pessimista, lo scettico si era convertito?
— Ma dunque in che rapporti stavano il principe