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34 | spasimo |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:46|3|0]]donna, appena visto il cadavere, dice che la sua padrona, uccidendosi, ha posto in atto un antico proponimento?
— Ciò non vi prova, — esclamò il giovane, senza rispondere direttamente all’interrogazione, anzi rispondendo con una nuova domanda, — ciò non vi prova in quale abisso di miseria ella era caduta? Perchè, ispirata e sorretta da una fede come la sua, ella parlasse di darsi la morte, la vita non doveva esserle veramente divenuta odiosa e intollerabile?... Volle morire, una volta. Io stesso udii la parola tremenda dalle sue labbra. Una volta, non ora... Debbo io dirvi la speranza che ora entrambi ci sosteneva... il sogno divino d’una felicità...
Soffocato subitamente dai singhiozzi non potè proseguire. E il giudice, sempre più impressionato dal vedere che la fisonomia morale del giovane era molto diversa da quella che, sulla fede dei ricordi e della fama, gli aveva attribuita, considerava ora tra sè, in atto di discreto compatimento, l’efficacia della prova morale che l’accusatore finalmente precisava.
Se era vero ciò ch’ei diceva, se la morta lo aveva amato, l’accusa appariva meno improbabile. Che il sentimento del di là avesse dovuto impedire a quella donna di uccidersi, il Ferpierre credeva fino ad un
certo segno; ma che un sentimento più umano, tutto umano, avesse potuto disto-