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le prime indagini 45

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— È vero...

Confessava? S’incolpava? Riconosceva d’averla egli assassinata? Il giudice quasi dubitò di avere udito male, tanto gli pareva inverisimile che da un momento all’altro quell’uomo si disdicesse; ma il suo dubbio fu di breve durata, perchè Zakunine così precisava il proprio pensiero:

— È vero... l’ho uccisa io... è morta per me...

Egli parlava piano, immobile, con voce così sorda che s’udiva appena.

— È morta per voi e per mano vostra?

— Che importa? Sono io responsabile...

— Importa moltissimo, invece, e non ho bisogno, credo, di spiegarvi la differenza!... Voi confessate di averla spinta al suicidio, non d’averla uccisa materialmente? Come, perchè l’avreste spinta al suicidio?

— Perchè ero indegno di lei. Perchè la disconobbi. Perchè l’offesi.

— Non l’amavate più?

— Non l’amavo.

— E la piangete così?

C’erano infatti lacrime nella sua voce. Siccome lasciò cadere senza risposta la domanda del giudice, questi riprese:

— Voleste abbandonarla?

— L’abbandonai.

— Perchè tornaste a lei? L’amavate ancora un poco? Vi faceva pietà?

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