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84 | spasimo |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:96|3|0]]cederono improvvisamente quando le fu vicino. Poteva egli tacerle che viveva del suo favore?... Prima ancora che parlasse ella lo aveva compreso. Ella non s’era offesa della confessione dell’amor suo, non ne aveva dubitato. I falsi pudori, le ipocrisie del sentimento le erano ignoti. «Come io vi credo, mi crederete?» gli aveva domandato. Erano sulla montagna, nel bosco della Comte; oltre la pendula volta frondosa il lago, i monti, i paesi si disegnavano limpidi e tersi nella luce abbagliante. Bagliori di verità erano nelle sue parole: «La verità è come la luce: non si nasconde, La vostra memoria mi accompagnò dovunque; la speranza di rivedervi mi sorrise. Io sapevo che quest’ora sarebbe venuta. Ma vi sono più verità nella vita. Come ciò è realmente vero, è pur vero d’una verità morale che l’amor vostro e il mio non sono durabili. L’amore dev’essere appagato. Muore nella piena felicità, ma dopo aver vissuto. Contendergli la vita per paura della morte è lo stesso che uccidersi perchè si deve morire. Ma la vita dell’amore dipende da una condizione: dall’osservanza delle leggi. Pensate alla vostra sorella morta. Che cosa le avrebbe desiderato il vostro cuore, se fosse vissuta? Che avesse amato un uomo che l’avesse amata. Voi non avreste ricercato molto a dentro la precedente vita di quest’uomo; non vi sareste molto inquietato delle sue prime e meno degne passioni. Ciò è
nella legge naturale che