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i ricordi di roberto vérod 85

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|De Roberto - Spasimo.djvu{{padleft:97|3|0]]vuole gli uomini più cupidi e impazienti. Ma quest’uomo avrebbe sdegnato il proprio passato e avrebbe tremato di gioia superba nello stringere al cuore la vergine. Essi si sarebbero uniti per sempre. Non si sarebbero contentati d’un tacito impegno, ma avrebbero chiesto la sanzione sociale e la divina; perchè la legge morale vuole che l’amore sia il fondamento della famiglia: allora esso non muore, o si trasforma. Noi ci siamo conosciuti troppo tardi. Io non nego che si possa amare più d’una volta, da parte vostra segnatamente. Per noi donne l’esperienza è più rischiosa. E in generale quanto più si prova tanto meno si crede. Troppo a lungo io sono vissuta fuori della legge, perchè possa ancora sperare di rientrarvi. Voi non vorrete crederlo, ora, e siete sincero; ma sarete egualmente sincero più tardi, credendolo. Non mi faccio peggiore di quel che sono; ma se non gli altri, io stessa ho, indistruttibile, il sentimento della mia decadenza. Questo sentimento contenderebbe la vita alla fede. Dinanzi al sepolcro di vostra sorella, quando voi eravate lontano, quando non sapevo bene che cosa sarebbe accaduto fra noi, io pensai d’esservi unita da un sentimento fraterno. Ora sento che anche questo ci è conteso. Voi dovreste arrossire di me. Se la pietà fosse più forte, non riuscireste a vincere la tentazione di mutare la natura del nostro legame; o

vincendola ne soffrireste troppo. Queste cose

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