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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Cenere, Milano, 1929.djvu{{padleft:161|3|0]]semplice e tenera, scritta su un gran foglio bianco, con caratteri rotondi, quasi maschili.

Veramente Anania si aspettava una letterina azzurra, con un fiore dentro; e sul principio gli parve che Margherita volesse fargli sentire la sua superiorità e volesse dominarlo; ma poi, dalle espressioni semplici e affettuose della fanciulla, che pareva continuasse con quella lettera una lunga e ininterrotta corrispondenza, s’accorse che ella lo amava sinceramente, con ingenuità e con forza, e ne provò una dolcezza inesprimibile.

Ella gli scriveva: «ogni sera sto lunghe ore alla finestra, e mi sembra che tu debba da un momento all’altro passare, come usavi prima di partire; mi dispiace molto la nostra lontananza, ma mi conforto pensando che tu studi e prepari il nostro avvenire».

Poi gli indicava dove indirizzare la risposta, e lo pregava del più gran segreto, perchè naturalmente la famiglia di lei, venendo a sapere del loro amore, vi si sarebbe opposta.

Anania rispose subito tutto vibrante d’amore e di felicità, sebbene un tantino oppresso dal rimorso di tradire il suo benefattore. Però sofisticava già: — Se amandola io rendo felice la figlia, non faccio male al padre....

Le descrisse le meraviglie della città e della stagione.

« Mentre scrivo sento le rane gracidare ancora negli orti lontani, e vedo la luna salire

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