< Pagina:Deledda - Chiaroscuro.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
104 il natale del consigliere

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Chiaroscuro.djvu{{padleft:110|3|0]]

— Tu, birbante, come ti chiami?

— Murru Giovanni Maria, o anche Bellìa.

— Vai a scuola?

— Sissignora.

— A Bonifai?

— Sissignora.

— Anche quando piove o nevica?

— A me non me ne importa! — disse Bellìa con accento spavaldo. Spinto dalla mano della donna si era piantato davanti allo straniero, mentre i fratelli e i cugini lo guardavano e si guardavano fra loro frenando a stento il riso: riso d’invidia, si sa. Ma ecco che l’uomo nero si volse a tutta la compagnia.

— Avete cenato?

Per tutta risposta alcuni si misero a sbadigliare.

— Per caso, mangereste volentieri qualche cosa, intanto che si aspetta questo vero Battista? Murru Giovanni Maria, aiutami ad aprire questa scatola. Piano, piano! È quanto si trova alla stazione di Bonifai, che non è la stazione di Londra. Oh, è meglio metterci qui sul tavolo.

— Ma che fa? Ma che disturbo s’è preso! Ma si sporca! — gridava la donna, correndo qua e là confusa.

— Calma! Ecco fatto....

Come mosche attorno al vaso del miele, le teste dei bimbi incoronavano l’orlo del tavolo: e su di questo, come avviene nelle favole al tocco della bacchetta magica, apparivano tante buone cose. Anche pere, sì, an-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.