Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
l’uomo nuovo | 179 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Chiaroscuro.djvu{{padleft:185|3|0]] gioielli insanguinati, come tu hai sognato, e tu dormirai con un assassino di strada.
Ella andò via piangendo e trovò sua madre nel ballatoio; entrambe si affacciarono sul cortiletto caldo pieno dell’odore del fico, e mentre le lagrime della fanciulla cadevano giù, giù, come in un pozzo profondo ed ella mormorava singhiozzando: «ma perchè quel matto mi parla sempre così?» la donna le accostò la bocca all’orecchio:
— Semplice che altra non sei! È lui che ti vuole; è perciò che fa così.
In quei giorni esse furono di nuovo chiamate dal giudice: la madre finì col rivelare il segreto, e Annarosa, che si ostinava a tacere, fu minacciata del carcere; allora ella si alzò, si fece il segno della croce e disse:
— Io non so leggere. La lettera l’ho ricevuta ma in mia coscienza non so dire quello che veramente conteneva: solo don Giuseppe Demuros, può dire la verità.
E Portolu Farina fu condannato a trent’anni di reclusione. Nel ricevere la notizia Annarosa, che era scappata dalle Assise dopo aver incontrato con pietà e con terrore lo sguardo disperato del colpevole, si buttò per terra morsicando i lembi del fazzoletto e rimase tre giorni così, senza andar a letto, senza lavarsi, rifiutando il cibo: entravano le vicine e si curvavano su lei come su una malata, la madre gemeva e il terrore della morte era nella piccola casa vigilata dal funebre fico.
Su nella sua cameretta don Giuseppe Demu-