Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
266 | un po' a tutti |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Chiaroscuro.djvu{{padleft:272|3|0]] nocentemente ciò che aveva appreso dall’altra serva:
— Sennòra Rughitta stessa lo ha invitato, stamattina, dal balcone....
Ma egli balzò in piedi morsicandosi la nocca dell’indice e si volse minaccioso verso la casa, imprecando.
— Non fate scandali, adesso, — consigliò Barbara. — Abbiate pazienza, padrone; sennòra Rughitta è buona, e la collera le passa presto. Sedetevi, state qui tranquillo: una porzione di disgrazie l’abbiamo tutti, ricchi e poveri.... Un po’ per uno....
Egli tornò a sedersi, come calmandosi alle parole di lei, e le posò una mano sulla spalla, avvicinandole il viso al viso. Ella sentiva l’alito caldo di lui, ma non si mosse per non svegliare il bambino.
— Te dovevo scegliere, Barbara, e non la figlia del magnano. Guarda come ti sta bene quel bambino in grembo, come un fiore nel cespo....
— Voi scherzate, padrone....
— Non scherzo, rosa mia.... E da molto che mi piaci.... Se tu volessi.... Barbarè!... Ce l’hai un portamonetino? Ci metterò dentro un marengo d’oro....
Barbara cominciò ad aver paura; ma una paura piacevole come quella che le destava il vento con la voce di donna Maria di Gùdula. Si mise a ridere, ma i denti le battevano.
— Se vi sente sennòra Rughitta!...
— Ai corvi sennòra Rughitta! Sono stanco