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il cinghialetto | 53 |
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Il suo povero amico conobbe tutti gli strazî di una schiavitù dorata. Quante volte signoriccu fu sul punto di strangolarlo; quanti calci dai bei piedi intorno ai quali ondulava il falpalà della vestaglia azzurra; quante volte la serva disse:
— Lo arrostiremo il giorno della festa di signoriccu!
Solo il padrone era buono: quando dalla finestra sorrideva a suo figlio, guarito e ritornato in giardino, i suoi occhi erano così dolci e inquieti che al cinghialetto ricordavano quelli di sua madre su nella montagna.
Lasciato qualche volta in pace, il cinghialetto si divertiva ad annusare i piedi della serva, a correrle appresso e a mettere il grifo entro le casseruole. Spesso lo lasciavano anche razzolare nell’orto grande e selvatico, ove cresceva una pianta d’olivo e una di quercia: ore di gioia tornarono anche per lui, e quando se ne stava sdraiato a pancia in su fra i cespugli e vedeva il cielo azzurro, le nuvolette rosse, la casina bianca fra gli alberi gli pareva d’essere ancora sulla montagna. Appiattato più in là, col suo fucile, la pistola, la spada e lo stocco, signoriccu giocava a far la caccia e mirava il cinghialetto e gli correva ad-