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66 | la porta aperta |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Chiaroscuro.djvu{{padleft:72|3|0]] e cominciò a toccare uno per uno i mattoni, come un muratore incaricato di riattare il pavimento; ma neppur uno dei mattoni si moveva, ed egli si sollevò e si passò una mano sulla fronte umida di sudore gelato.
Udiva il salmodiare della processione e tremava tutto. S’appoggiò al lettuccio dello zio e il lettuccio si scostò, cigolando e tremolando, come preso dallo stesso terrore e dalla stessa commozione del ladro. Allora Simone guardò il mattone su cui poggiava il piede del letto e gli parve che il mattone si movesse: si curvò e lo tirò su con le unghie, e nel vuoto, sepolta fra la polvere, trovò una scatolina di latta con dentro due biglietti da mille.
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Il giorno di Pasqua prete Barca cacciò via di casa la vedova Basìla, e in un attimo il paese intero fu come invaso da un vento di scandalo: si seppe che al prete erano mancate molte migliaia di lire, chi diceva due, chi tre, chi venti; e che Basìla, la sera del venerdì santo, aveva dimenticato la porta di casa aperta. Il brigadiere andò in casa del prete; ma il prete cercava di mostrarsi disinvolto, batteva le mani e diceva:
— Miseruole! miseruole, miseruole!
Il martedì fu perquisita la casupola della vedova, e lei fu arrestata, e rilasciata libera il giorno seguente. Nulla risultava contro di