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la porta chiusa 83

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Chiaroscuro.djvu{{padleft:89|3|0]] per la proprietà del santuario, ma non lo volle riaprire; le sembrava un posto maledetto, perchè appunto durante il sopraluogo giudiziario al sito contestato il pretore l’aveva conosciuta e aveva appreso che ella era la più ricca ereditiera del villaggio....

Una mattina capitò, con certi pastori in cerca di pascoli, un uomo del paese dell’ex — fidanzato; e la balia gli domandò:

— Com’è, com’è, la donna che ha sposato?

— Una brava donna, per questo: onesta, che non s’era mai sentita nominare.

— Dunque non era vero, che egli aveva un legame precedente, — pensò donna Manuellita; e quella mattina bevette vino bianco e acquavite, prima ancora che se ne andasse la balia.

Quando questa sentì in bocca alla sua padrona l’odore del vino impallidì: la prese per le mani e le disse:

— Mi guardi in viso, donna Manuè!

La padrona la guardò e scoppiò a piangere e le sue lagrime caddero sul seno che le aveva dato il latte. Ma i rimproveri, le preghiere, le minaccie della balia non valsero a niente: solo la sua pietà e la sua devozione riuscirono a nascondere agli altri la rovina della sua padrona.

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