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108 | grazia deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Giaffà, Sandron, 1931.djvu{{padleft:114|3|0]] sono più, ma vive in eterno la saggezza della pagina che vi custodisco con il mio profumo».
Liú-là veramente, in quel pomeriggio rosato, sembrava in distrazione, e i suoi occhi di lepratta guardavano contemporaneamente sul libro a destra e a sinistra, davanti e indietro lo stupendo viale dalla ghiaia di ametiste.
Ad un tratto disse alla governante:
— Va davanti pure: mi debbo accomodare il fiocco di uno zoccolo. —
La governante si precipitò ai suoi piedi per riordinarglielo lei; ma la fanciulla la rialzò e le disse con autorità e semplicità:
— Va davanti: faccio da me. —
La governante si allontanò di alcuni passi.
Liu-là che aveva visto nel rosaio che costeggiava il viale due carbonchi luccicanti, gli occhi di Giaffà nascosto, si avvicinò a quella parte e fingendo di accomodarsi il fiocco mormorò:
— Giaffà!
— Oh! — rispose forte Giaffà con la sua solita voce screanzata.
— Parla piano, amichetto mio, stupidello, se no, domani non potremo giocare al diabolo. —
Tutto il rosaio si mosse.