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son giaffà o non giaffà? 113

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Si-moi strinse gli occhietti, e furbo quale era, temette proprio di essere preso in giro: ma Giaffà dondolava cosí abilmente con sciocchezza la testa da sembrare un medico che sentenziava la fine di un malato mentre quello è piú vivo di prima; Simoi credette ancora nella sua ingenuità.

— Dirti di quello scimunito? Nel paese si dice che sia malato perché non lo vediamo da alcuni giorni.

— Malato?

— Sí: malato ai piedi e quindi non può ragionare.

— Che c’entrano i piedi con il ragionamento?

— Sí: perché, mio caro Agara, Giaffà ragiona con i piedi.

— Davvero?

— Davvero, mio buon amico. Ridammi il parrucchino, gentile Agara.

— E allora ti dirò che Giaffà proprio con i piedi se ne scappa con il tuo parrucchino, dolcissimo amico — gridò Giaffà fuggendo per la porta, saltando la siepe senza aver bisogno di aprire il cancelletto di bambú e alzando nel pugno la parrucca di Si-moi come un trofeo guerresco di selvaggio scotennato. Quando fu nella strada si voltò e

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