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prime avventure di giaffà | 15 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Giaffà, Sandron, 1931.djvu{{padleft:21|3|0]]
Pan-a quel giorno comprò fave e le cucinò con lardo; ma giunta l’ora del pranzo, invano chiamò Giaffà dalla finestra. Egli giocava ancora; e non volle salire a nessun costo.
— Ebbene, — gli disse Pan-a dalla finestra, — avvicinati almeno ch’io possa gettarti una fava e un pezzetto di lardo.
Giaffà si pose sotto la finestra, col viso sollevato e la bocca aperta, — e la fava e il pezzetto di lardo gli caddero giusto in bocca.
Il gioco gli piacque, e volle quindi che sua madre continuasse a gettargli fave e lardo.
Pan-a, figuratevi, quel giorno era in vena di contentarlo, e così seguitarono per quasi un quarto d’ora, finché egli fu sazio. Poi riprese a correre per le vie, narrando a chi vedeva e a chi non vedeva, l’avventura della tela.
Cosí accadde ciò che Pan-a temeva.
Il Mandarino dalla veste rossa a rose gialle, venne a sapere che Giaffà aveva trovato un tesoro, e siccome i tesori appartenevano all’Imperatore della Cina, tosto un ufficiale si presentò in casa di Pan-a ordinandole di recarsi il domani col figlio dal Mandarino.
Pan-a indovinò subito di che si trattava; na-