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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Giaffà, Sandron, 1931.djvu{{padleft:42|3|0]] timo amico avrebbe potuto chiedere consiglio per mantenere il segreto.

— Guarda — seguitò Li-foi indicando la scacchiera — questo è un granello di riso: raddoppialo sul secondo quadrato e sono due, raddoppia questo risultato sul terzo quadrato e sono quattro, sul quarto sono otto, piú avanti sono sedici, poi trentadue, poi sessantaquattro, poi centoventotto, poi duecentocinquantasei, poi cinquecentododici, poi, mille e ventiquattro... e siamo alla undecima casella.

Giaffà era spaventato da quella straordinaria progressione dei granelli di riso: e non molto svelto nella matematica perdeva la testa e gli veniva sonno: ma siccome aveva una grande ammirazione per l’amico ascoltava con un certo sforzo i nuovi numeri che a ogni addizione diventavano sempre piú favolosi. «...duemila e ventotto, quattromila e cinquantasei» — a Giaffà venne il mal di testa «ottomila centododici...» Giaffà, quando l’amico gli parlò di miliardi, pensò che era un bel gioco.

— Un bel gioco? Non sai che seguitando questo conto non basterebbe tutto il riso dello Scianthung? —

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