Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
90 | grazia deledda |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - Giaffà, Sandron, 1931.djvu{{padleft:96|3|0]]mite, voi siete sanguinaria e feroce. Giuochiamo a carte scoperte. Voi meritate mille morti. E cosa contano i falli dei due disgraziati or ora giustiziati, dinanzi ai vostri delitti? Voi un giorno avete visto un uomo a cavallo. Subito avete deciso la morte di questo nobile animale...
— Come mai l’avrò ucciso? — pensò la tortorella lagrimando, mentre il pettirosso la guardava con immensa compassione.
— Subito — proseguí il giudice — subito avete posto in opera il vostro infame progetto. Avete cominciato a svolazzare sulla testa della vostra vittima; il cavaliere infastidito trasse un’accetta per uccidervi, mentre posavate sulla testa del cavallo. E batté il colpo. Ma voi volaste via sghignazzando, e l’accetta spaccò il cranio del nobile animale che morí sul colpo. Non faccio commenti.
È un fatto che commosse tutta l’umanità. Perciò, ecc. ecc.
Ripeté la solita sentenza.
La timida tortorella fece quanto non aveva tentato neppur il gallo coraggioso. Cercò di difendersi, obbiettando:
— Ma io sono nata quest’anno!
— Che vi colga una palla! — imprecò il giudi-