Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la morte scherza | 133 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:141|3|0]] ella vedeva il puledrino baio, e sognava di trovarsi nel bagno: l'acqua era calda, la rena morbida indorata dal sole. Ad un tratto veniva un'ondata, alta e scapigliata come un giovane diavolo scherzante, e investiva la vecchia, ma non riusciva a portarla via, perchè ella aveva ritrovato le sue forze e resisteva potentemente.
Poi le parve di udire una risata repressa e un suono di baci dietro la tenda abbassata ai suoi piedi.
— Che sia Rosa? Rosa con Antonio — Maria? Me l'hanno detto, sì, che quei due fanno all'amore. Anch'io, una volta, quando avevo vent'anni, mi nascosi con Predu-Maria dietro il muro del cortile. Santa Greca gloriosa, perdonate la gioventù….
La risata non si fece più udire, ma lo scoccar dei baci risuonò più insistente: Santa Greca li perdoni, ma “quei due„ non avevano più freno.
Zia Areca si arrabbiò e molto.
— Quel ragazzo avrà chiamato Rosa dal suo carro, con la scusa che la volevo io. Ed ora son lì, dietro il carro, e si baciano. Impostori, sfacciati! Non pensano al peccato mortale, non pensano all'ora della morte! Ma se riprendo le forze, li bastono come bambini.