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156 | i giuochi della vita |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:164|3|0]] che mi diverte assai, tanto più che spero di trovare una carta buona.
— Ma quella vedova? non avevate poi combinato? — domandò Goulliau, sporgendosi in avanti.
— Ma che vedova! niente affatto, non era una vedova.
— Che cosa diavolo era dunque?
— Qualche cosa di simile! — disse Carina ridendo. — I soldi c’erano però, signor Calzi? Sì? E allora cosa vuole? Se ci sono i soldi, coraggio e sangue fresco, non badi ad altro.
— Ma non c’erano neppure i soldi, cara lei. Ora senti che mi capita oggi. Senti, senti! — disse Calzi, rivolgendo quel senti senti più a sè che agli altri.
Si tolse il monocolo e cominciò ad alitarlo e pulirlo. Intanto raccontava:
— Ieri mi arriva una lettera: è la ventottesima, credo: te la farò vedere: "Caro signore, ho letto il suo avviso sulla Tribuna: credo che io possa convenirle, ecc., ecc. Quarant’anni, piacente, trentamila contanti, ecc., ecc. Per combinar meglio, se ella crede, venga domani alle dieci davanti al giardinetto Carlo Alberto: sarò vestita così, ecc., ecc. Lei tenga