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i giuochi della vita | 157 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:165|3|0]] una margherita all’occhiello„. Vattelapesca ora le margherite! Basta....
— Poteva metterla di carta.
— Basta. Vado, c’incontriamo: un rinoceronte, ma piacente davvero. Più cinquanta anni che quaranta, basta, questo non importa. Mi fa vedere i suoi documenti, tutto in regola; accenno ai miei debiti: essa intende di pagarli; intanto camminiamo, e senza avvedercene, quasi, arriviamo davanti a Buton. Automaticamente, per abitudine, io mi fermo a guardare: anch’essa si ferma: allora io la invito ad entrare e bere un bicchierino di curaçao. A proposito, sai cosa ho scoperto? Il liquore di ginepro, autentico, fabbricato dai frati della gran Certosa.
— Ma davvero? — lo canzonò ancora Goulliau, al quale il Calzi si rivolgeva sempre. — Dove? dove?
— Continui la storia, signor Calzi! — supplicò Carina.
Ma pareva che all’altro premesse più il ginepro, perchè propose con insistenza di tornare indietro per indicare ai Goulliau il bar dove si trovava il liquore.
— Front’indietro! — disse tosto il giovine, sempre canzonando.