Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
158 | i giuochi della vita |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:166|3|0]]
— Io non vengo! — rispose Carina.
— Signora Caterina! Ed io non racconto oltre.
Allora tornarono indietro, tanto più che la nebbia addensavasi, umida e fredda; risalirono piazza Venezia ed entrarono nel bar. Il Calzi proseguiva il racconto:
— Dunque il rinoceronte accetta! Accidenti, uno, due, tre bicchierini, l’ultimo dei quali lo vuol pagar lei. Poi mi fa una proposta: “Andiamo fuori porta a far colazione; paghiamo metà per uno„. — Andiamo: va benissimo.
— Ha fatto pagare tutto a te?
— No, abbiamo pagato a metà, ma s’è presa una sbornia terribile: ho dovuto farla mettere a letto, e l’ho lasciata lì: che Dio ti benedica e Maria Santissima. Tre bicchierini di ginepro! — gridò il Calzi, entrando nel bar.
Un uomo con due cagnolini, uno più minuscolo dell’altro, stava fermo davanti al banco. Carina si chinò per guardare le microscopiche bestiuole e domandò se erano madre e figlio.
— Quello là è il nonno! — disse l’uomo dispettosamente, quasi offeso
— Cosa mangiano?
— Trenta centesimi di biscotti al giorno e un po’ di latte.