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162 | i giuochi della vita |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:170|3|0]] curiosità di sapere che cosa conteneva il plico, raggiunse i Goulliau.
— Non l’hanno neppure letto, neppure letto! — diceva Carina, salendo rapidamente le scale, nel cui vuoto gelido la sua voce risuonava ansante e amara.
— Cosa non hanno letto? — si domandava Calzi; e pensò una gherminella per far parlare Goulliau, ma non in presenza di quell’indiavolata della signora Caterina. Si fermò al primo pianerottolo e cominciò a gridare:
— Amico, spero bene non mi farai salire fino alla cupola per dirti buona notte.
Goulliau si fermò, mentre Carina continuava a salire.
— Buona notte, dunque, — disse Calzi, raggiungendo il giovine che aveva preso un’aria funebre.
— Non vieni su?
— A far che?
— Ti darò un bicchier di vino.
Calzi meditò alquanto.
— Che vino è?
— Toscano.
— Sai dove c’è del buon toscano? — Ne tal posto: proprio stupendo.
Goulliau s’irritò un po’, questa volta, e fu