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170 i giuochi della vita

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:178|3|0]] sere povera e di essere un genio sconosciuto, che è buona e generosa; e poi, al primo ostacolo che trova si impenna e diventa cattiva come il diavolo....

— Io dormo.... — disse Carina, che aveva chiuso gli occhi. — Il frate può rivolgersi al muro per continuare il suo sermone.

Ma Goulliau sentì che la voce di lei era mutata, e si volse, non per rivolgere il suo discorso al muro, ma per spegnere il lume. E poco dopo, nel buio della camera, rotto appena dal chiarore dei vetri senza cortine, che guardavano su uno sfondo di nuvole lontane, s’udì il suono d’un bacio.

*

Carina fu la prima a svegliarsi, e appena mise fuori della coperta la testina arruffata, si accorse che la giornata era bella e provò un impeto di gioia.

Attraverso i vetri appannati si sentiva il cielo purissimo: un grido liquido d’allodola veniva su, fra i canti di mille altri uccellini raccolti su gli alberi di villa Barberini, e dava a Carina l’idea di un lungo stelo d’acqua che si slancia fra i mille piccoli getti d’una fontana.

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