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174 | i giuochi della vita |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:182|3|0]] Poi si alzò, si lavò, si pettinò, andò ad aprire la porta alla donna di servizio.
— Buon giorno, signora padrona! Che caldo oggi! — esclamò la donna, una vecchietta stretta nel busto, coi capelli d’un biondo vivo, pettinata all’Iris, e con una vecchia pelliccia di Mongolia che le dava un’aria da signora.
— Siete venuta tardi, — disse Carina: — accendete subito il fuoco.
— È lei che s’è alzata presto, — rispose la donnina, levandosi la mantella. — È già pettinata: uh, come è mal pettinata, coi suoi bei capelli! Se vedesse la signora del padrone di casa come si pettina bene!
Carina rientrò in camera e andò a scuotere il marito che leggeva.
— Suvvia, àlzati, àlzati, chè voglio aprir la finestra.
— Che hai stamattina, uccellino? — chiese Goulliau, scompigliandole i capelli. — Che cosa hai sognato?
— Lasciami, sono abbastanza spettinata. Lasciami, voglio aprir la finestra, voglio uscire; àlzati, lasciami, — diss’ella dibattendosi fra le braccia di Goulliau che le cingevano il collo.