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i giuochi della vita | 177 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:185|3|0]] ella andava a prendere il sole con le vecchie povere, e per concatenazione d’ idee pensò al giardino Carlo Alberto che doveva attraversare quella mattina per recarsi dal direttore del giornale al quale voleva recare il suo manoscritto. E subito sentì un’onda di disgusto e di amarezza coprirle il cuore, ricordando che doveva convertire in pane il suo lavoro ideale. Si tolse dal davanzale e chiuse fragorosamente la finestra.
Goulliau aveva finito di vestirsi e spazzolava accuratamente il suo non nuovissimo cappello, dicendogli con rassegnazione melanconica:
— E ora andiamo in quella galera....
Carina guardò il cappello, sentì le parole che Goulliau rivolgeva al suo compagno di sventura, e dimenticò gli uccellini, la bella giornata, la visione meravigliosa di Roma, tutte le cose belle ed inutili che poco prima l’avevano rallegrata.
*
Uscito il marito, ella scrisse al padre una lettera piena di insolenze, poi prese il suo manoscritto, uscì e andò alla stazione ad