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i giuochi della vita | 179 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:187|3|0]]torno alle uscite; i soliti preti lunghi e grossi, con la barba non rasa da varii giorni, guidavano o spingevano torme di povere donne cariche di fagotti, stanche e piene di stupore. Un numero straordinario di venditori ambulanti prese d’assalto pellegrine e preti: uno specialmente, che pareva un signore, biondo ed elegante, agitava sul viso alle povere donne un fascio di coroncine dorate, gridando con voce monotona:
— Due soldi! Due soldi! Due soldi! I rosari dell’anno santo: due soldi, due soldi, due soldi!
Alcuni piccoli lustrascarpe, nascosti tra la folla, cominciarono a pulire rapidamente gli stivali delle pellegrine, mentre una nana, dal giacchettino violetto col suo bravo colletto di pelliccia, con le taschine piene di biglietti della fortuna, mormorava:
— Le guardie! Le guardie!
Due pellegrine, presso le quali Carina si fermò, guardarono la nana come un essere sovrannaturale; il piccolo essere s’ accorse della curiosità che destava, e ne profittò per vendere alle donne i biglietti della fortuna.
— Avanti! — disse un prete con voce rauca, spingendo le pellegrine.