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180 i giuochi della vita

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:188|3|0]] Venditori ambulanti e spacciatori di cartoline s’incrociavano e s’urtavano confidenzialmente: un tiepido odore di pasticcini errava nell’aria; mille voci vibravano tra il rumore diffuso e ronzante prodotto dalle vetture correnti, dai tram, dai suoni lontani.

Un grosso prete svenne tra la folla che gli si precipitò attorno; anche Carina si spinse in avanti, e fra cento teste curiose ella intravide la fronte calva del prete farsi rossa e poi pavonazza, udì uno scherzo triviale mormorato da un venditore di pasticcini, e sorrise. Ma subito provò disgusto del suo sorriso volgare e crudele, e si scostò dalla folla con un senso di vergogna e d’ira contro sè stessa che s’era mischiata alla massa incosciente.

Mentre attraversava la piazza, una bicicletta le passò rasente: ella riconobbe nel ciclista biondastro dal berretto a visiera, un cronista del giornale verso la redazione del quale si dirigeva, e arrossì.

— Eppure non sono timida! — disse a sè stessa. — Ho arrossito come se colui si fosse accorto ch’io vado ad elemosinare qualcosa.

E camminò. Le strade s’asciugavano rapi-

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