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Zia Coanna parve alquanto rabbonita, ma stette all’erta, vigilando sul padrone.

Egli prese uno sgabello e sedette rassegnato. Gli pareva di essersi comportato con disinvoltura, ma anch’egli, come Andreana, aveva soggezione di Millèna e del piccolo Andrea, sebbene Millèna ed il piccolo Andrea non osassero neppure sollevare la testa.

— Ecco, — cominciò Andreana, con voce commossa, — il maestro di scuola te n’ha già parlato, Larentu Verre. Questo ragazzo è studioso, ha fatto tutte le scuole, ed è riuscito il primo. Egli dice che vuol diventare un professore (il fanciullo arrossì di nuovo) ma è povero e non può studiare. Molte persone allora m’hanno detto: Ebbene, perchè non ne parli con Larentu Verre? Egli è ricco, non ha figliuoli, e fa tante elemosine all’anno che con esse potrebbero vivere sette famiglie. Perché non potrebbe mandare questo ragazzo a studiare?

— Eh, — proruppe Larentu, — perchè queste persone che sanno dare questi consigli non si rivolgono a me?

— Il maestro e il parroco, però, te ne hanno parlato....

— Ah, è vero! — egli disse, ricordandosi.

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