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i giuochi della vita 183

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:191|3|0]] forse per reclamare contro qualche notizia di cronaca; e ad un tratto si ribellò ed uscì nell’andito. Parecchi individui entravano e uscivano: per gli usci spalancati s’udivano voci e risate d’uomini: qualcuno parlava al telefono, un giovine con una tazza di caffè in mano apparve in fondo all’andito, e vedendo Carina le andò incontro.

— C’è il direttore? — ella chiese arrossendo.

— Favorisca, — disse il giovine.

La introdusse in un salotto quasi buio, e mentr’ella aspettava, egli entrò nella stanza attigua lasciando l’uscio socchiuso. E dovette dire che c’era una donna che voleva il direttore, perchè Carina udì una voce nasale pronunziare con ironica compassione:

— Povero direttore!

Un lampo d’ira passò negli occhi di Carina. Per chi la prendevano? O indovinavano il motivo della sua visita, o sapevano chi era e la spregiavano fino al punto di compassionare e deridere la persona che doveva ascoltarla? Si sentì vile e forte nello stesso tempo, e decise di andarsene; ma appena ella fu nell’andito il giovine mise fuori la testa dall’uscio e la chiamò:

— Signorina, favorisca.

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