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186 | i giuochi della vita |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:194|3|0]] Aspetta. Sta fermo! Ecco: quanto sei bello, ora, col nastro rosso! Ah, ecco! — disse poi, dopo aver annodato il nastro intorno al collo del cagnolino. — Come riderà quel tipo di Goulliau! Aspetta, aspetta!
Udendo il marito salir le scale, corse, prese la pelliccia di Lucia e la gettò sul cagnolino che rimase tranquillamente nascosto.
— Cinino, — disse al marito appena egli entrò, — abbiamo già il bimbo!
Egli, ancora ansante per le scale fatte di corsa, andò a vedere cosa c’era sotto la pelliccia e cominciò a ridere.
— Quel matto di Calzi! Che tipo! È lui che l’ha mandato?
— Sì, — disse Carina, ridendo anche lei.
Ma il guaio venne dopo, quando il cagnolino rifiutò ogni cibo, compresa la carne che Carina si degnava porgergli già masticata.
— L’uomo che lo portò disse che mangia solo biscotti, — osservò Lucia.
— Ah, — disse Carina con amarezza, rivolta al cagnolino, — allora questo non è il tuo posto, bello mio!
Tuttavia gli fece comprare i biscotti, ma cambiò d’umore. E cominciò a prendersela col Calzi.