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i giuochi della vita | 189 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:197|3|0]] occhio, causa per cui gli cadde il monocolo. Tanto per cambiare parlò di un cognac veneto, e con gran mistero rivelò a Goulliau il miglior modo di distinguere il vero dal falso champagne.
— Quando tu vedi versare lo champagne, — disse a bassa voce, facendo atto di versare del vino, — tu guarda il filo liquido che dalla bottiglia scende nel calice: se questo filo scintilla come l’oro, il vino è genuino.
Carina, seduta col cagnolino in grembo, sollevò vivacemente il capo; ma Goulliau, pensando ch’ella volesse dire qualche altra insolenza, sviò subito il discorso.
— Come vanno i tuoi matrimonî?
— Accidempoli, lasciami in pace! — disse Teodoro, stringendosi la testa fra le mani, ma sorridendo con soddisfazione. — Roba da impazzire: combatto con più di settanta donne sulla quarantina, con dote più o meno in contanti. Non parliamone!
— Mi pare che ella si vanti un po’ troppo, — osservò Carina.
Allora Calzi trasse di tasca un fascio di lettere più o meno sgualcite, le sparse sul tavolo e battendovi la mano sopra, gridò:
— Ecco le prove! Legga.