< Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
190 i giuochi della vita

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:198|3|0]]

Ma Carina non volle leggere, mentre Goulliau apriva qualche foglio e leggicchiava e scoppiava dal ridere.

— E lei vuole ammogliarsi! — disse Carina con disprezzo. — Ma sa coscenziosamente cosa è il matrimonio?

— Lo so benissimo: anzitutto pagamento dei debiti....

— Lei ha debiti e vuol creare una famiglia.... — riprese Carina, ma Teodoro la interruppe:

— Tutti hanno debiti: chi non ne ha?

— Noi, per esempio....

— Ah, voi! Perciò siete nello stato in cui siete! — sentenziò con gran saviezza Teodoro.

— In che stato siamo? — chiese minacciosa Carina.

— Accidempoli, nello stato di non poter mantenere un cagnolino!

— Sia pure, ma non siamo al punto di vendere la nostra persona e la nostra libertà, come lei!

— Carina, leggi questa, è proprio amena! — disse Goulliau, ridendo e porgendo una lettera alla moglie.

— Lasciami stare, non voglio sporcarmi le mani, — ella disse.

— E lei, — sentenziò Teodoro Calzi, levan-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.