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i giuochi della vita | 191 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:199|3|0]] dosi il monocolo e sollevando le sopracciglia — lei venderà qualche cosa di più grande della libertà, se vorrà vivere; venderà l’ingegno; e se lo ha e non lo vende e preferisce piuttosto soffrir la miseria, che è peggiore della morte, lei è una sciocca.
— E lei è immorale, lei è una bestia ed io la caccio via da casa mia....
Goulliau si alzò, si avvicinò alla moglie e le passò una mano sui capelli, pregandola di andare a letto.
— Fa il piacere, va’, va’.
Ma ella non si mosse, mentre Teodoro raccoglieva e riponeva le sue lettere e si alzava fingendosi dignitosamente offeso.
— Io me ne vado, — disse mettendosi il mantello. — Ma creda pure, signora Caterina, lei ha torto. Cosa è la morale? Far del bene a noi stessi. Se tutti seguissero questa massima il mondo camminerebbe meglio. Se tutti nel mondo fossero come me....
— La vita sarebbe un lurido giuoco, — disse Carina.
— E non è un giuoco?
— Ma non ancora lurido. D’altronde, — riprese Carina mutando voce, — che gusto c’è a parlare con lei? Il mio stato, come ella di-