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200 i giuochi della vita

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:208|3|0]] — Perchè no?

— Perchè io non mi sento molto bene! — ella disse arrossendo; ma capì tosto che il Calzi aveva indovinato la ragione del rifiuto, perchè egli trasse di tasca un numero del Corriere della Sera e glielo porse, indicandole col dito un avviso.

Goulliau si sporse in avanti per leggere l'avviso assieme a Carina. La luce del tramonto arrossò il giornale spiegato: in quel momento la banda cominciava la romanza di Cavaradossi; e la folla taceva. Un brivido passava per l'aria luminosa: il sole rosso calava in un cielo violaceo solcato da striscie infocate che parevano ruscelli di sangue, e sotto i grandi alberi incendiati dal tramonto gli strumenti musicali brillavano e squillavano come trombe d'oro, spandendo un'onda di infinito dolore sulla folla frivola e incosciente. Un turbine passò nella mente di Carina. L'avviso diceva: "Romanziere, costrettovi da urgenti necessità, venderebbe lavoro suo interessantissimo, e mediante compenso, presterebbe opera sua per la revisione o correzione di altri lavori del genere. Scrivere, ecc." Dunque non era ella sola!

— Questo è un uomo! — disse Teodoro

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