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i giuochi della vita | 201 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:209|3|0]] Calzi, levandosi il cappello. — Ed io lo saluto e lo ammiro.
Una vecchia signora vestita di chiaro, che passava pel viale, credette che Calzi guardasse lei e rispose al saluto. Bastò ciò perchè Carina ridesse e riprendesse animo.
— Se il romanzo è scritto come l’avviso, deve essere davvero interessante, — disse con ironia.
— Io venderei le mie vesti, il mio letto, tutto, tutto, persino le scarpe, prima di fare una simile cosa, — esclamò Goulliau.
— Ti faccio osservare — disse Teodoro Calzi, ripiegando il giornale — che lo scrittore in questione probabilmente non ha letto e tanto meno scarpe! E probabilmente vende l’opera sua per comprarsene un paio. E fa benissimo.
— E tu, allora, — scattò Goulliau — tu perchè non sposi quella là?
— Quello è un altro par di pantaloni: è prostituirsi.
— E questo cosa è? — chiese il giovane, battendo un dito sul giornale.
Il Calzi scosse la testa.
— No, — disse con voce dolente — voi non capite niente, ragazzi miei. Voi venderete il vostro letto, le vostre vesti, le vostre scarpe,