Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
214 | i giuochi della vita |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:222|3|0]]
Lucia sapeva qualche cosa delle avventure del signor Teodoro; credette che Carina volesse fare una burla, e salì.
— Viene, — disse con aria di mistero, ritornando nel corridoio.
— Puoi andare, — le disse la padrona — e la vecchia obbedì.
Per un minuto Carina, seduta vicino all’invetriata ove la luce cominciava a impallidire, guardò davanti a sè la fila degli appoggiatoi di legno degli sportelli, i cui sostegni sembravano grandi punti interrogativi, e si sentì battere angosciosamente il cuore: poi scoppiò a ridere vedendo la faccia mortificata del Calzi, che era sceso a precipizio e s’avanzava nel corridoio.
— Credeva fosse una pretendente? — disse Carina, ridendo. — Gliel’ho fatta!
Subito ritornò seria.
— Ha visto Goulliau?
— Nossignora.
— Che ore sono?
— Mancano venticinque minuti alle cinque, — rispose Calzi.
— Signor Teodoro, — disse Carina, alzandosi, — ho bisogno di lei.
— Senti, senti! Parrebbe vero.