< Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
230 padre topes

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:238|3|0]]

A dire il vero ella sulle prime rifiutò; ma poi si lasciò facilmente convincere ed accettò ogni cosa.

*

Frate Topes arrivò al convento la sera dopo.

Quando fra Chirchu lo vide si fece il segno della croce.

— In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, che è avvenuto, padre Zuanne? Voi sembrate un vecchio di cento anni; pare siate entrato ed uscito dall' inferno.

— Ebbene, — disse il meschino, con voce spenta. — Mi hanno assalito i ladri; mi hanno derubato e bastonato!

Padre Chircu, mezzo ubbriaco, cadde in ginocchio e cominciò ad urlare contro la malvagità del mondo; poi si sollevò aggrappandosi al muro e chiese:

— E il cavallo? Anche quello?

— No, quello l' ho riportato sano e salvo al padrone.

— Ebbene, uomo di poca fede, voi dovevate rifare il giro. E lo rifarete: quando udranno che i ladroni hanno assalito in voi lo stesso Gesù Cristo in persona, raddoppieranno le offerte.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.