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240 il vecchio servo

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— Che dici, vecchia volpe? — gridò il padrone.

— Basile è troppo piccolo, lo deruberanno.

— Eh, non rompermi le gambe, ora! Ti dispiace perchè non puoi far tappa dalla tua “amica?„ — disse il vecchio Ara.

Ma il servo era abituato a sentirsi rinfacciare ogni momento il suo peccato, e rispose pazientemente:

— Fa come vuoi, allora, padrone mio: io me ne lavo le mani. Ma se accade qualche disgrazia al fanciullo la responsabilità sarà tua.

E volse le spalle. Il corvo gli svolazzò attorno, gli si posò sul braccio e lo guardò fisso coi suoi occhi neri misteriosi.

— Sì, è finita, — pensava il vecchio tristemente: ma il padrone lo richiamò:

— Senti, vecchia volpe; tu lo seguirai da lontano, almeno per qualche tempo.

— Ah, ed è così che si renderà utile il pulcino, come tu dici? Facendo trottare a piedi un povero vecchio?

— Tu sta zitto, asino! Se non ti garba cèrcati servizio altrove.

— Sì, bravo! Dove lo trovo il servizio, ora? Nell’ovile del diavolo?

— Sidru, rognoso, non rompermi le gambe!

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