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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:28|3|0]]chiasso. Egli era ben disposto fin dall’altro giorno, ma la serva, appena usciti voi, cominciò a gridare, a dire che era il primo passo, e che Andrea finirebbe col diventare padrone di tutto. — Il padrone sono io, — disse Larentu, — e appunto perchè sono il padrone voglio fare questa buona opera. — E l’altra a gridare, a opporsi. E avrebbe finito col dissuaderlo, senza l’intervento della moglie.

— Millèna! — disse Andreana.

— Giusto, Millèna o Maddalena, non so; deve essere una giovine molto buona e divota....

— Ah, sì, molto divota....

— Ebbene è intervenuta lei, come dicevo.

— Ella desidera grandemente un figliuolo, — mi disse Larentu Verre, — ed è convinta che Dio non glielo abbia concesso perchè.... Insomma disse al marito: fa studiare il figlio di Andreana Verre. Forse il Signore, dopo quest’opera buona, ci concederà un bambino. Così Larentu Verre si è deciso, ed è venuto per darmi la risposta, pregandomi di comunicarvela. Però fa un patto. Senti bene, Andrea, e pensa bene se ti conviene. Egli vuole che tu diventi medico.

Un’ombra passò sul viso intento del ra-

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