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278 il fermaglio

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:286|3|0]] un altro famiglio, d'una promessa e d'una minaccia che egli ed Eva s'erano scambiati ai bei tempi del loro amore.

— ....se moriva prima lei, il suo spirito sarebbe venuto a trovarmi; se morivo prima io il mio spirito sarebbe andato a trovarla; se poi io la tradivo, o lei mi tradiva, il primo che moriva si vendicava, dopo morto. Dunque andrò io a trovarla e, se vorrò, potrò vendicarmi; ma dove la troverò, chissà?

— A Milano, — disse l'altro con ironia. — Ma giacchè sarai in giro passerai anche da queste parti, eh?

— Può darsi! — rispose Francesco. Sollevando gli occhi vide Speranza che lo guardava spaurita; anch'egli la guardò e disse: — Sì, passerò di qui, e se Disperazione farà la cattiva la porterò via....

*

Circa sei mesi dopo giunse da Milano una lettera di Ottavio Magrini, diretta alla moglie ed ai fratelli, ov'egli raccontava di aver riveduto ancora, in un caffè — concerto, l'Eva accompagnata da un signore.

"Io sedevo davanti ad un tavolino vicino

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