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colpi di scure 305

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:313|3|0]] priso? E dillo a loro. E vattene via subito, ora, altrimenti guai!

Il giovine ha perfettamente capito e va via, a capo chino, sorridendo fra sè. Egli pensa alle graziose figliuole del vecchio, una delle quali, bianca e sottile come un giglio, gli ha sorriso coi grandi occhi neri tentatori.

— Io la sposerei; — pensa — ma il vecchio è un lupo. Però è simpatico. Chissà!

— Babbo Cosma, — grida, voltandosi, — tanti saluti a vostra figlia.

— Aspetta, capretto cornuto, aspetta! — Il vecchio fa un salto felino, stacca un fucile dall'elce, mentre il giovine scappa ridendo infantilmente.

— Non ne vale la pena! — dice zio Cosma, crollando la testa con disprezzo. — Quelli non sono uomini. Ora avranno paura di avvicinarsi.

E si rimette a intagliare la tabacchiera. I colpi delle scuri, replicati dall'eco, par che ripetano:

— Veniamo, veniamo.

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