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mentre soffia il levante | 317 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Deledda - I giuochi della vita.djvu{{padleft:325|3|0]] padrone, dovettero ritirarsi; gli uomini sedettero o si sdraiarono attorno al focolare e cominciarono a cantare. Erano tutti rossi fin sulle orecchie, con gli occhi languidi eppur lucenti. Il vecchio contadino cominciò la gara.
Duncas, gheneru meu, ello ite naras, |
— Dunque, — cantava il vecchio, — cosa dici, genero mio: è meglio esser ridotti a sette oncie di polvere spregevole, o ritrovare intatto il nostro corpo nel giorno del giudizio universale? ecc., ecc.
Pietro s’accomodò la berretta e rispose.
— L’argomento è funebre — cantò, — pensiamo ad altre cose: cantiamo l’amore, il piacere, sas Venus hermosas (le Veneri belle)…. infine cose liete e graziose.
Tutti, tranne il contadino, applaudirono la strofa pagana; ma il vecchio poeta si stizzì e disse, in versi, che il suo contradditore non voleva rispondere, perchè non si sentiva capace di trattare l’altissimo argomento.
Allora Predu tornò ad accomodarsi la berretta e rispose, sempre in versi sardi:
“Ebbene, giacchè volete, vi rispondo; l’argomento non mi piace perchè è triste, non