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sarò qualche altra cosa. Per ora sono uno stupido.

Preparò la valigia e decise di partire il dì dopo la Pasqua.


II.


Per il giorno di Pasqua zio Larentu sperava una visita del suo superbo figliuolo.

— Io farò testamento in suo favore, ma bisogna che egli si umilii, che venga qui, altrimenti vada al diavolo! — O che ha vergogna di suo padre, quello straccione? — diceva il Verre; ma intanto provava una segreta tenerezza pensando che Andrea sarebbe venuto.

Causa il lutto, zia Coanna non aveva preparato, come si usa per l’occasione, il pane e le focaccie di farina e formaggio fresco, e i dolci di miele; ma il giorno di Pasqua zio Larentu ordinò un buon pranzo e volle che tutti i servi facessero festa. Anch’egli andò a messa: al ritorno sperava di trovare Andrea nello stazzo, e si meravigliò di non vederlo.

— Verrà più tardi — pensò.

In cucina si preparava il pranzo: negli spiedi stavano infilati agnelli interi pronti ad essere arrostiti.

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